"Il gioco del tempo" di Alfredo Stoppa, illustrato da Chiara Carrer.
Nel parcheggio di un non-luogo che ingoia intere famiglie attirandole con musichette e messaggi lanciati da troppi altoparlanti, un uomo ritrova inaspettatamente sé stesso bambino, ma prima di capirlo chiacchiererà con lui per tutto il libro, mentre intorno a loro un mondo caotico e consumista gira vorticosamente.
Mentre lo leggevo, l'immagine dello scrittore -seduto con un ragazzino allampanato lì accanto- mi si è presentata in testa riempiendomi di affetto.
Libro delicatamente onirico, dolcemente struggente, breve ma d'impatto. Adorabile.
Per la cronaca, il nostro libro ha una dedica autografa che trovo dolcissima.
Questo post partecipa al
Venerdì del Libro e alla
Biblioteca di Filippo.
Mi piace: la recensione, il libro e l'ambientazione dello stesso :-D
RispondiEliminami attira inesorabilmente...
RispondiEliminaMolto interessante! E se più adulti ritrovassero il bambino di una volta... avremmo forse un mondo migliore, forse...
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