giovedì 2 maggio 2013

Il costo reale delle merci e la strage dei lavoratori in Bangladesh.

Ai miei figli insegno sempre che le cose che acquistiamo hanno un costo e, se ti sembra quasi regalato è perché qualcun'altro le sta pagando per te. Basta con l'usa e getta, basta coi vestiti usati per una o due stagioni e poi gettati via (o dati ai poveri, così ci si pulisce la coscienza...), basta con la merce apparentemente senza valore, dietro cui si nasconde il valore più grande: la vita delle persone sfruttate per produrre.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/30/bangladesh-strage-di-lavoratori-tessili-e-foto-incastrano-benetton/578789/

Smettiamola di far pagare il nostro benessere a quegli "invisibili" al di là dei nostri sorvegliatissimi confini; ridiamo la giusta importanza a ciò che acquistiamo; restituiamo la dignità alle persone nascoste nelle fabbriche "de-localizzate"; restituiamo dignità a noi stessi, la dignità di saper pensare e scegliere; rendiamo la dignità ai nostri figli, che non devono più essere manichini vestiti secondo i dettami della moda da un pugno di multinazionali senza scrupoli.

E come per i vestiti questo discorso vale per ogni acquisto: sì, il frullatore mi costa solo 10€ (giuro, li ho visti qualche giorno fa in un supermercato in cui non entravo da 12 anni), tanto poi se si rompe ne compro un altro. Ma chi paga realmente al posto tuo?
Vi sembra normale che un chilo di pane costi 4/6 € e un elettrodomestico (che una volta duravano una vita, o quasi!) solo 10 €?

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