martedì 29 gennaio 2013

Capolinea


Questo modo di vivere, legato al capitalismo e alla "crescita del PIL", sta arrivando al capolinea e credo che l'unica maniera per uscirne senza "ossa rotte" sia educare noi stessi e i nostri figli a vedere le cose per come sono in realtà: il mito dell'abbondanza che ci circonda, basato sulla frustrazione e sull'insoddisfazione; l'usa e getta smodato che ci sembra conveniente ma che paghiamo carissimo in termini di inquinamento e sfruttamento dei lavoratori (sappiamo tutti che è più conveniente cambiare telefonino piuttosto che farlo aggiustare... e così con tanti altri prodotti, dai vestiti ai giochi, dai mobili alle attrezzature per il bricolage); l'ipocrisia delle parole dei media, che accusano la montagna di essere assassina, la natura di essere avara, il clima di essere folle, le mucche di essere pazze e i fiumi che esondano diventano colpevoli di danneggiamenti e morti, quando, invece, i pazzi siamo evidentemente noi.

Guardiamo in faccia la realtà: la natura è generosa, al contrario degli uomini avari e delle multinazionali che la vogliono rendere sterile creando sementi modificate, sfruttandola e imbrigliandola in maniera sconsiderata e cieca; ragioniamo insieme ai bambini sulla possibilità (o meglio, l'impossibilità) di continuare con una crescita infinita in un mondo "finito", dove ogni cosa è sempre stata regolata in maniera ciclica; osserviamo insieme a loro la natura, la vita dei semi, il ciclo dell'acqua, la formazione dell'humus e il lavorìo dei piccoli organismi che lavorano sottoterra; re-impariamo ad ammirare il nascere, morire e rinascere delle stagioni e della Terra intorno a noi.
Sicuramente questi ragionamenti ci saranno d'aiuto nel comprendere quanta follia c'è nello stile di vita che abbiamo tenuto nell'ultimo secolo.
Sicuramente i bambini, curiosi per natura e senza troppi condizionamenti mentali, ci aiuteranno a crescere e a diventare più saggi, noi e loro, insieme.

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