martedì 26 febbraio 2013

Il tempo per le cose importanti.


I mille e più impegni con cui ogni giorno riempiamo le nostre giornate ci impediscono troppo spesso di fermarci ed ascoltare. Ascoltare i nostri anziani, ascoltare le persone vicino a noi che , per educazione, timidezza o innata ritrosia, non strillano le loro opinioni, non stanno sempre lì, col fiato sul nostro collo, a dirci "ai miei tempi" o "oggi è tutto sbagliato"; quelli che sei certo avrebbero tante cose da insegnare, quelli che hanno vissuto tanto e hanno la sacralità nelle proprie mani, nei gesti antichi e sicuri con cui creano e fanno, nella grazia dei loro mestieri, ormai quasi perduti. E rimandiamo ad un domani che non arriva mai la visita a quelle persone che pur amiamo.


Ieri, inaspettatamente, ho perso per sempre l'occasione di abbracciare di nuovo quell'orso del mio caro zio Bruno. Uomo immensamente "ricco", di una ricchezza rara e nascosta. Lui, figlio di poeta/erborista; lui, figlio di esperto norcino; lui, che sapeva suonare la fisarmonica e la chitarra come un angelo (perché se esistessero gli angeli, ne sono certa, suonerebbero anche la fisarmonica, mica solo la cetra), sapeva raccontare storie come pochi altri al mondo e aveva la poesia nell'animo e le mani da macellaio (il migliore, senza dubbio); il mio zietto a cui la vita ha tolto tanto, troppo. Così buono, schivo al punto di sembrare scorbutico, che da ragazzo faceva innamorare le turiste col suo sguardo profondo e la sua sciata sbarazzina.
Chissà se gli ho detto abbastanza volte che gli volevo bene? Avrà saputo quanto lo ammiravo?

Giusto un paio di giorni fa mio figlio grande mi diceva di voler andare a chiedergli di insegnargli a fare salami, perché i suoi erano i migliori. Ora è tardi: abbiamo perso un uomo dai mille talenti, all'improvviso.

Non bisognerebbe mai rimandare le cose veramente importanti, come portare un abbraccio a chi amiamo, ascoltare chi sa, imparare da chi non osa insegnare.

Mi rimarrà sempre nel cuore il ricordo e l'affetto per una persona meravigliosa, e il rimpianto di non aver passato più tempo con lui.

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