Anche la nostra befana familiare arriva con l'asino, perché non è mica una strega. Solo che la nostra vecchina ha il volto scavato e le rughe simpatiche di certe anziane saurane, la parlata un po' bisiacca di chi in gioventù ha servito nelle famiglie della bassa e il fisico ossuto che non pesi troppo al povero ciuchino, anche lui vecchio come l'usanza di riempire le calze di mandarini.
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Ma, sopratutto, la magia dell'attesa e della tradizione che si tramanda, una magia che riempie il cuore anche a me, che mentre faccio tremare la mano per camuffare la mia scrittura, penso alla prozia Maria Volvlan e al mio caro prozio poeta che, con gesti simili, offrivano un po' di gioia anche alla mia mamma, quando ancora mamma non era.
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