martedì 11 dicembre 2012

Riscrivi, revisiona, rumoreggia.

Le conoscete le regole della decrescita?
Quelle che suonano più o meno così:

Ricicla
Riusa
Ripensa
Rifiuta
Riduci

Ecco, l'alto giorno alla radio un servizio fazioso e antipatico parlava di come gli italiani si siano
adeguati alla regola "delle 3 R": riusa, rimanda, rinuncia; insomma, mancava solo "rasségnati".

Mi ha dato molto fastidio perché hanno revisionato un insieme di buone pratiche, scelte volontariamente e consapevolmente da sempre più persone, sminuendolo a mero adattamento temporaneo, a una rinuncia causa forze maggiori (anche perché, in questa società, il termine rinuncia ha velenza negativa e un po'penitente). Hanno fatto passare l'idea che chi coltiva l'orto lo faccia solo perché preso alla gola da una situazione economica difficile; che chi ricicla lo faccia solo in attesa di tempi migliori in cui poter tornare a sperperare; che chi diminuisce gli acquisti superflui lo faccia solo perché costretto.
 
Vogliono "addomesticare" la rivoluzione silenziosa e pacifica che sempre più persone stanno abbracciando, una rivoluzione che parte dal basso e comincia dal cambiamento delle abitudini malsane che ci hanno dominato negli ultimi decenni, dalla presa di coscenza e dalla consapevolezza di un numero sempre maggiore di persone che magari non scendono in piazza, ma dimostrano quotidianamente, con la pratica e la buona volontà, sbagliando e riprovando, che cambiare si può e si deve.
 
C'è il rischio che sempre più persone vedano che si può fare, quindi... distorciamo il messaggio originale!
Quei poveracci e quei fricchettoni che ora parlano di decrescita sono solo spinti da un momentaneo disagio del portafogli -non dell'anima- e, potendo, continuerebbero a comprare, spendere, far girare l'economia.
Non cambiate stile di vita! Rincorrete le offerte migliori che vi consentano di continuare a vivere la vostra vita di sprechi!
Tuttalpiù, rinviate.

O no?

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