martedì 4 febbraio 2014

Nei giorni della merla









La Casa di Hilde è sepolta sotto la neve, le pioggie torrenziali che hanno colpito la nostra penisola da noi si sono manifestate con grossi fiocchi, tanto che se ne è accumulata più di un metro in una nottata, da sommare a quella caduta nelle precedenti nevicate.
Il caldo anomalo ci ha dato parecchi problemi, la neve si è alternata alla pioggia che ha appesantito la massa bianca mettendo in pericolo i tetti e causando slavine e smottamenti.

Siamo rimasti di nuovo senza corrente elettrica (come molti altri paesi), senza connessioni telefoniche e internet (in paese anche senza gas, ma noi non abbiamo quel problema, non essendo collegati alla rete), la scuola è rimasta chiusa un giorno, i collegamenti con il resto del mondo sono stati difficili e il transito sulla statale sconsigliato.

Questa volta non è stata romantica e divertente come il mese scorso: l'eccezionale quantità e la persistenza della perturbazione ha messo a dura prova i responsabili della pulizia invernale delle strade, gli sgombraneve non si sono fermati un attimo e mio marito era su uno di questi mezzi, oltre che addetto alle riparazioni dei guasti e dei problemi meccanici che sempre insorgono in questi casi.

Con il marito fuori casa giorno e notte e isolata a casa con i tre piccoli per tre giorni ho dovuto fare buon viso a cattivo gioco e trovare il modo di far passare il tempo cercando di mantenere un po' di armonia.

Nella giornata di black-out non potevamo fare troppo fuoco nella termocucina perché in mancanza di corrente elettrica non funziona la pompa che porta il calore ai termosifoni, quindi c'era il rischio di surriscaldare l'acqua accumulata, ma per fortuna la casa piccola si scalda facilmente e abbiamo usato l'acqua calda in eccesso per riempire le buone, vecchie, care boule.

Finché fioccava e c'era luce i bambini hanno giocato fuori mentre io spalavo, si sono creati candide tane, hanno tentato di fare tunnel e igloo (subito abbandonati per eccesso di sforzi richiesto), hanno fatto castelli di neve con secchielli, contenitori vari e palette.
Il grande si tuffava dal tetto del capanno nei quasi due metri di neve accumulati e, in effetti, il salto non era poi così alto.




Durante la pioggia abbiamo giocato con il didò casalingo, abbiamo fatto puzzle a lume di candela (difficilissimo!), abbiamo letto e, per contribuire a scaldarci, abbiamo acceso il forno a gas e fatto pane e torte, con sommo piacere dei piccoli impastatori.



Io ogni tanto cedevo a piccoli eccessi, qualche urlo, qualche risposta troppo secca, ma credo di essere parzialmente giustificata: ho passato venti ore senza poter sentire mio marito, con la preoccupazione di saperlo sulle strade e la consapevolezza dei pericoli (dalla stanchezza alle valanghe)... ad un certo punto ero davvero preoccupata!


Il giorno dopo, tra disegni e pioggia e neve e il crollo della tettoia della legnaia e salti sul divano, abbiamo mangiato "granite" di neve e sciroppo di lamponi e ci siamo dedicati al regalo per il compleanno della nonna paterna: biglietto con collage di fiori tagliati da un catalogo e torta speciale. A sera, affrontata la strada tra muri di neve, siamo andati a festeggiare a casa dei nonni, perché anche in queste situazioni rimangono importanti la convivialità, l'amore e la condivisione.


Insomma, tra una cosa e l'altra siamo arrivati a martedì, continua a nevicare e prevedono che continuerà per tutta la settimana.

2 commenti:

  1. Siamo in Friuli, in un comune tra i 1000 e i 1400 mt s.l.m. ...e sta ancora nevicando!

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