I mille e più impegni con cui ogni giorno riempiamo le nostre giornate ci impediscono troppo spesso di fermarci ed ascoltare. Ascoltare i nostri anziani, ascoltare le persone vicino a noi che , per educazione, timidezza o innata ritrosia, non strillano le loro opinioni, non stanno sempre lì, col fiato sul nostro collo, a dirci "ai miei tempi" o "oggi è tutto sbagliato"; quelli che sei certo avrebbero tante cose da insegnare, quelli che hanno vissuto tanto e hanno la sacralità nelle proprie mani, nei gesti antichi e sicuri con cui creano e fanno, nella grazia dei loro mestieri, ormai quasi perduti. E rimandiamo ad un domani che non arriva mai la visita a quelle persone che pur amiamo.
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Chissà se gli ho detto abbastanza volte che gli volevo bene? Avrà saputo quanto lo ammiravo?
Giusto un paio di giorni fa mio figlio grande mi diceva di voler andare a chiedergli di insegnargli a fare salami, perché i suoi erano i migliori. Ora è tardi: abbiamo perso un uomo dai mille talenti, all'improvviso.
Non bisognerebbe mai rimandare le cose veramente importanti, come portare un abbraccio a chi amiamo, ascoltare chi sa, imparare da chi non osa insegnare.
Mi rimarrà sempre nel cuore il ricordo e l'affetto per una persona meravigliosa, e il rimpianto di non aver passato più tempo con lui.
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