lunedì 27 gennaio 2014

Osservare la natura.


In questi anni passati in mezzo alla natura, osservando le differenze tra una stagione e l'altra, mi sono resa conto di come, ciclicamente, ogni anno ci sia una qualche strana abbondanza da una parte e qualche miseria dall'altra.

Quest'anno non ci sono molti topi, al contrario dell'anno precedente; funghi, invece, ce n'erano molti e di ogni sorta (anche se continuo a non trovare porcini nemmeno per sbaglio!), come hanno abbondato, purtroppo, bruchi e farfalle, che hanno preso di mira le verdure a foglia larga e sono arrivati a compiere la propria metamorfosi persino in casa!

In primavera inoltrata, maggio-giugno, il prato brillava di "maggiolini", coleotteri verde smeraldo e blu, come gioielli, che hanno invaso anche gli alberi da frutto e i cespugli di rosa canina, devastandone i fiori.

Il ciclo della vita invece  riparte con un'annata ricca di bacche e frutti per gli uccelli, che probabilmente il prossimo anno saranno prosperi e in leggero sovrannumero; da qualche inverno non vedo più i gracchi alpini calare in paese in cerca di cibo, sono curiosa di vedere se il prossimo inverno arriveranno: in teoria dovrebbero essere di più e più affamati, quindi mi aspetto di vedere di nuovo le loro ali nere coprire i tetti e i loro gridi rochi pretendere qualche tozzo di pane duro.

Ci sono state estati coi muri dei capanni di legno pieni di enormi falene, grandi come passerotti... non ne avevo mai viste così! L'anno in cui è nato il mio primo figlio l'aria era colma di farfalline azzurro-polvere, piccole e delicate, una gioiosa scoperta per me.
Ci sono annate colme di certi fiori, a volte sono gigli, altre con cespugli colmi di fiorellini odorosi a profumare il bosco, quest'anno erano i maggiociondoli ad essere stracarichi di grappoli di fiori gialli.

Poi ci sono gli anni di abeti curvi di pigne: ho letto su un libro (questo, mi pare) che si chiamano "anni di pasciona", annate in cui le piante da ghianda (da noci, da pigne) sono particolarmente prodighe e i piccoli roditori vivono nell'abbondanza.
Poi la Natura si ri-equilibria da sola: l'anno successivo ci saranno più animaletti mangia-ghiande, quindi meno ghiande e successivamente anche il numero della popolazione dei roditori calerà spontaneamente per mancanza di cibo, anche perché una pianta, dopo aver usato tante energie per produrre un eccesso di frutti, nell'anno successivo calerà drasticamente la produzione, offrendo ancor meno cibo agli animali.

E tutto questo ha una sua logica, anche se spesso siamo troppo lontani dai boschi e dai prati per capirla; sono strategie adottate nel corso dell'evoluzione, perfezionate per la sopravvivenza della specie, anche a discapito del singolo.

Purtroppo questi mutamenti, queste ciclicità ormai le posso notare solo sulle piccole creature e sulle piante selvatiche, dato che sulle bestie più grandi influisce troppo la caccia di selezione (nome fuorviante...) e la mano dell'uomo in generale.

Però alcune cose le ho scoperte comunque, come perché ci sono sempre più cervi e meno caprioli: il cervo ama stare nel bosco, mentre il capriolo ha bisogno di più prato; i prati in altura, abbandonati dalle falci ormai da molti anni, si stanno tramutando in boschi, quindi l' habitat preferito dagli imponenti ed affascinanti cervi (senza contare lo zampino di certi cacciatori che preferiscono predare i caprioli, più richiesti anche dai ristoratori).

La Natura è meravigliosa e affascinante, da quando vivo vicino al bosco e coltivo la terra me ne accorgo sempre più. Ogni anno scopro qualcosa, ogni stagione imparo di più. Tutto è collegato, la Terra e i suoi esseri viventi, le scienze e l'agricoltura, noi e gli animali.
Non smetto mai di rimanerne incantata.










2 commenti:

  1. non ci crederai ma trovo queste foto bellissime... anche quella del ragno!

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    1. Grazie! In effetti anch'io le trovo affascinanti... grazie ai soggetti. :)

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