venerdì 26 aprile 2013

Il risveglio dell'orticoltrice...

calendario dei lavori agresti nella tradizione saurana

i cassoni trasparenti permettono anche di prolungare il raccolto
(qui sopra l'insalatina e l'ultima bieta di dicembre, sotto la neve)

raccolto 2012 - Pileikele


la pianta madre del cappuccio saurano
 conservata al riparo per  mantenere la semenza
 Finalmente la neve nell'orto si è sciolta e, col risveglio delle prime erbe spontanee si risveglia in me la voglia di fare orto.

La terra nel mio piccolo appezzamento è ancora fredda e in giro ci sono ancora chiazze di bianco, ma i crocus e la farfara sono sbocciati, segno che siamo usciti davvero dal (lungo) inverno.

Ieri mi sono azzardata a seminare il primo radicchietto da taglio nei cassoni di presemina, per anticipare un po' la raccolta e tornare ad essere indipendenti, almeno in materia di verdura e almeno fino alla fine dell'autunno.
Appena la terra si sarà intiepidita, poi, potrò seminare le altre colture, che non sono moltissime alla nostra altitudine: piselli, fave (di una varietà locale che fortunatamente non abbiamo ancora perduto), radicchi e insalate vari, patate, cavoli cappucci, broccoli, cavolfiori, verze e simili, porri, zucche, zucchine, cipolle, aglio (ma quello l'ho seminato in autunno), tegoline (fagiolini), carote, sedano (coste e rape).... forse non sono poi così poche!
Diciamo che quassù in Pileikele non riesco a coltivare peperoni e melanzane, pomodori e fagioli (anche se credo che ci proverò di nuovo), carciofi e angurie e meloni e molte altre colture tipiche di paesi più soleggiati, ma non mi dispiace poi così tanto, più che altro mi mancano i pomodori, ma quelli me li regala uno zio di poche parole ma di gesti concreti che abita un po' più a valle, io in cambio coltivo qualche cappuccio in più anche per lui e la nonna.

E ora sarà meglio andare, finché non piove, la pulizia del terreno mi aspetta!


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