Così abbiamo adibito lo spazio del campo di patate alla coltivazione di legumi, crucifere e bulbose a rotazione.

Alcune patate piccole sono rimaste nel terreno dall'anno scorso e sono cresciute le piante.
A dispetto dei consigli contrarissimi di alcuni compaesani, non le ho tolte: tanto, anche se l'orto sembra una giungla, per me l'importante è il risultato finale, non l'estetica estiva.
Insomma, ieri, per prova, abbiamo scavato un piccolo pezzetto di terra invaso dalle solanacee e... sorpresa! una cassetta di ottime patate, grandi, sane e appetitose!
Ecco, piantacce bastiancontrarie, vi ringrazio per l'abbondante produzione senza sforzi né costi, nei prossimi giorni verrò a togliere le altre!
(Ma proprio adesso che mi ero arresa?! Mi prendete in giro?)
Ci riproverò: ora dedico un cassone alle patate anarchiche in cui lascerò le patate più piccole o rovinate; poi le coprirò ben bene di terra e pacciamerò con l'ultimo sfalcio del prato attorno e uno strato di foglie secche dell'albero vicino: il prossimo anno vedremo cosa ne salterà fuori.
Non funziona forse così anche con alcuni rapporti umani (amicizie, amori, parentele)?
RispondiEliminaQuando decidi di non poterne più, di smetterla di coltivare quel sentimento che ormai ti sembra inutile o troppo dispendioso, a volte -mica sempre, ovvio- capita che un pezzetto d'amore o un seme di amicizia, magari piccolo piccolo, rimanga nascosto “sottoterra”.
Se poi ne nascerà una pianta e non la strapperemo, ma lasceremo senza impegno che cresca, potremmo fare delle scoperte meravigliose.